26 settembre, 2006

Simply the best



Provate ad immaginare, ed è facile per tutti farlo, lo stress che comporta un esame. Provate a pensare di arrivare con mezz'ora di ritardo e segnarvi nella lista per l'orale al dodicesimo o al tredicesimo posto. Calcolate mezz'ora per ogni persora più un'abbondate ora di pausa pranzo e qualche perdita di tempo in qua e là. Ecco adesso metteteci anche il fatto che alle cinque e mezzo avete un impegno e che facendo il calcolo il vostro esame capiti a pelo su quell'orario. Tornate a casa per pranzo dopo aver sentito qualche orale ed esservi demoralizzati e continuate a pensare che le cose sono troppo incasinate. Ecco ora provate ad immaginare che liberazione finire l'esame alle quattro del pomeriggio con un favoloso voto e l'interrogazione più appagante che vi potessero fare. Una sensazione tra la liberazione, la tranquillità, la pace, con un pizzico di interna euforia, ma composta, complimenti personali a se stessi e, diciamolo pure, incredulità che le cose abbiano cambiato strada e abbiano imboccato la più positiva. Voglio precisare che gli sforzi per questo esame sono stati notevoli e che il panico è una componente non poco difficile da controllare. Insomma è stata quella che si può facilmente definite una bella soddisfazione!

23 settembre, 2006

That day


Merita scrivere un appunto per ricordare la memorabile giornata in cui Marco è riuscito a studiare per più di mezz'ora in un giorno. Evento piuttosto eccezionale, da scrivere nella storia, un giorno indimenticabile. Ora ne subisce le "terribili" conseguenze: sa un po' di più di qualcosa che ha a che fare con storia dell'architetura, ha quasi imparato a rimettere per bene gli appunti con le immagini,.. Però sta a me ora spiegargli che non gli sta facendo male il cervello e non si è ammalato di troppo studio. E pensare che è un bel po' di anni che fa l'università e queste giornate dovrebbero essere abbastanza frequenti! Ma lui è così.. e in fondo mi piace anche per questo..

22 settembre, 2006

Riportando tutto a casa

Viste le notevoli pressioni del signor Tommaso ho deciso di accontentare la sua richiesta di aprire un blog anch’io. Sia chiaro che non so se poi lo manterrò a lungo, perché in verità la mia fama di persona che non porta mai in fondo le cose non è del tutto sbagliata! Va beh si vedrà..

Comunque lo scopo di questo post è quello di riassumere gli avvenimenti di quest’ultima estate. Tralascio, e chi mi conosce sa perché, di parlare del mese di luglio (ma che abbiamo vinto i Mondiali è doveroso scriverlo!). Posso solo dire che una ferita che non si può rimarginare è un bel peso, ma che piano piano mi sto rassegnando al fatto che mi accompagnerà per sempre. Se tralasciamo il mese di luglio, il mio racconto parte con me e Marco che magicamente siamo già in Francia. Eravamo partiti con l’idea di una vacanza all’insegna della cultura ed è stato così. Sali su una torre, rimetti a posto i capelli perché il vento li ha spettinati del tutto, fai il giro delle mura, ristemati i capelli perché il ciuffo ormai è tutto scompigliato, sali scale su scale, e rimpiangi di aver acconsentito alla visita (non che io sia così superficiale da tenere più ad avere in ordine i capelli che a vedere dei bei posti, però diciamo che è un po’ una mia fissazione quella di controllare sempre se sono in ordine!). Camminare, camminare, camminare diventa poi chiaramente dormire, dormire, dormire. Tornati esausti da questa vacanza bellissima, ma non troppo rilassante, emigriamo a S.Agata spinti dal fatto che camera mia in Agosto è un vero e proprio forno. Tra disperati tentativi di conquistarmi una stanza con un po’ di silenzio per studiare e ore passate a chiederci io, Marco e miei cugini: “A cosa si gioca?”, il periodo in campagna è finito e ora sono tornata a casa, dove camera mia, pur essendo fine settembre, continua ad essere un forno!

Insomma ora si ricomincia…