21 dicembre, 2007

Beautiful Day

Questo giorno deve essere segnato da qualche parte, per ricordarsi questa sensazione di leggerezza dopo tanti giorni di dura fatica!! Ho passato l'Esame, quello che per noi ha la E maiuscola, quello che sai di dover affrontare e temi dal primo giorno che cominci Ingegneria Edile!! Merita di essere ricordata questa mattinata che si è conclusa praticamente ora dalle nove di stamani, ma che per fortuna ha messo fine a questo primo ciclo di studio sfrenato!! Grazie
Ciao ciao
Marty

24 settembre, 2007

Point of view

Citazione dal Bar Sport di Stefano Benni.

COS'E' UN UBRIACO
Divagazioni filosofiche del professor Piscopo

"Prendete una qualsiasi persona, versatele dentro cinque o sei litri di birra, e ne farete un ubriaco", diceva Schopenhauer agli alunni del suo corso di Pessimismo all'università di Jena. Era una frase che il Maestro ripeteva spesso, e gli alunni si chiedevano ogni volta se il loro insegnante era molto profondo o molto ubriaco.
In realtà Schopenhauer voleva dire che ognuno di noi è un ubriaco in potenza. Naturalmente, essendo ubriaco, aveva bisogno del paragone della birra per dare un'idea dell'ubriachezza. Se fosse stato sobrio, avrebbe usato altri termini, e non si sarebbe sdraiato sulla cattedra.
In realtà, soleva chiedersi spesso il filosofo, cos'è un ubriaco? E, penso, qualcuno di voi si sarà talvolta rivolto la stessa domanda. Non è, evidentemente, uno che beve. Tutti noi beviamo. Non è nemmeno uno che beve molto. I cammelli bevono molto, ma non ne ho mai visto uno cacciato fuori da un bar.
Schopenhauer, ad esempio, dava questa definizione dell'ubriaco: "Un ubriaco è quella persona che dopo aver bevuto molto vino, o birra, o bevande alcoliche, a fine serata vede due baristi dietro il banco". In realtà, è una definizione errata, come ebbe a fargli notare Hobbes. Se ad esempio al bancone del bar servono marito e moglie, cioè due baristi, tutti gli avventori del bar sono da considerarsi ubriachi? Evidentemente no. Quindi la definizione esatta, secondo Hobbes, è la seguente: "Un ubriaco è quella persona, che dopo aver bevuto molto vino, birra e melassa, a fine serata vede il doppio dei baristi che vedeva prima di bere".
A parte il fatto che Hobbes, come avrete notato, ha messo la parola "melassa", al posto delle bevande alcoliche, e questo non è ontologicamente corretto, perchè corrisponde ad un suo gusto soggetivo, non si vede come questa definizione possa essere presa per buona. "Infatti", critica Schopenhauer, "la teoria del doppio è assurda. Mettiamo il caso che all'inizio, quando il futuro ubriaco inizia a bere, al bancone ci sia solo il marito, e la moglie sia a spazzare il retrobottega. A fine serata l'ubriaco, non vedrà marito + marito: ma due mariti e due mogli, cioè quattro volte il numero iniziale. Inoltre, una persona che va al bar per divertirsi, non può mettersi a contare il numero dei baristi tutte le volte per essere sicuro di accorgersi quando è ubriaco."
La critica di Schopenhauer è molto feroce, certo, ma in re ipsa ineccepibile, almeno fino a questo punto.
"Hobbes," prosegue Schopenhauer, "può continuare nella sua vana ricerca di una definizione matematica dell'essenza dell'ubriachezza. In realtà, egli è un bevitore di melassa e come tale dovrebbe limitarsi a parlare di libri per ragazzi. Comunque, se una definizione dell'ubriaco può essere tentata, io suggerirei questa: 'Ubriaco è quella persona che, dopo aver bevuto molto vino, o birra, o fernet, o bevande alcoliche, non riesce a stare in piedi su una gamba sola e a braccia aperte, e a camminare dritto su una immaginaria linea retta'."
Definizione granitica, nella quale però anche voi potete cogliere qualche debolezza. Il che non sfuggì a Hobbes, il quale soleva dire che "In amore e in filosofia tutto è lecito", come ben sapevano le sue scolare. Egli attaccò l'edificio schopenhaueriano con le pesanti mazzate della sua dialettica. Rilevò in primo luogo la presenza della parola "fernet" nel discorso del Maestro. "Evidentemente," scrisse Hobbes, "nella camera dove ormai vive rinchiuso, Schopenhauer ha trovato una bottiglia di fernet, e questo ha gravemente deviato la sua prospettiva metodologica; infatti la sua ultima definizione è un capolavoro di formalismo, senza alcun contenuto. Prendiamo il fatto dell''una gamba sola e con le braccia aperte'. E' ovvio che ben poche persone civili si sono mai trovate in vita loro in una simile posizione. Eppure, non penso che debbano essere considerate ubriache. Neanche il Papa, immagino, saprebbe restare su una gamba sola e con le braccia aperte. Schopenhauer vuole forse fare del sottile anticlericalismo? E poi, come dobbiamo immaginare che funzioni questo criterio? Forse che una persona deve entrare in un bar saltellando su una gamba sola, per dimostare di essere sobria? E lo sarà per tutto il tempo che riuscirà a restare in quella scomoda posizione? E se metterà il piede a terra, dovrà da quel momento essere considerata ubriaca? E come farà a bere se deve tenere le braccia aperte? Schopenhauer risponda a queste domande, e gli regalerò una bottiglia di brandy. Inoltre, cosa vuol dire un''immaginaria linea retta'? E' ovvio che, se diamo spazio all'immaginazione, il rigore scientifico va a farsi benedire. E se io non riesco a immaginare una linea retta, ma solo donne nude? E se anche riesco a immaginarla, chi mi dice che è retta, e che la fantasia non mi giochi un brutto scherzo, e che non debba camminare tutta la notte su una circonferenza? Mi sembra di essere stato chiaro, anche se spietato. Propongo dunque, come mia ultima definizione la seguente, che mi sembra perfetta: 'Ubriaco è quella persona che, dopo aver bevuto molto vino, o birra, o melassa, esce da sé'."
Definizione breve, illuminante, che però, come potete immaginare, non può soddisfare completamente una mente superiore. "Infatti," scrisse Schopenhauer, "mi sembra che stiamo cadendo nel ridicolo. La frase 'esce da sé' è un capolavoro di scemenza. Esce da sé? E dove va? E se esce da sé, lascia dentro tutto quello che ha bevuto? Ma allora non è più ubriaco. E se si porta dietro tuto quello che ha bevuto, cosa dice il primo sé? E il barista, chi deve far pagare? Il nuovo sé, il vecchio sé abbandonato, o tutti e due? Non vorrei che questa fosse una scusa per bere gratis alle spalle di chi lavora.
"Comunque, concedo un'ultima possibilità alla discussione. Non per Hobbes, che è troppo occupato a entrare e a uscire dal suo sé per parlare di filosofia, ma per quanti hanno a cuore la civile disputa dialettica. Dirò allora che 'Ubriaco è quella persona che ha bevuto molto, ma molto, molto vino, birra e bevande alcoliche'."
Mi sembra che l'intuizione del Maestro non abbia bisogno di commenti. Questa volta, anche Hobbes fu d'accordo e pagò da bere.

Ciao Ciao
Marty

11 settembre, 2007

Who let the dogs out?

Udite, udite finalmente Picci Ugo ha imparato un nuovo comando. Dopo un facilissimo "seduto" e un originalissimo "bici" ha imparato a eseguire "zampa". Ci sono voluti un po' di tempo e un bel po' di pezzettini di pane, ma alla fine sono riuscita a convincerlo a staccare la zampa da terra e a metterla sulla mia mano. Ora è quasi un professionista di "zampa", infatti basta mostrargli un pezzetto di cibo, dirgli "zampa" e lui ti mette la zampina sulla mano. Spesso però appena vede che hai qualcosa da mangiare ti dà direttamente la zampa senza aspettare che gliela chiedi: dopotutto Picci è fatto così, per un po' di cibo venderebbe anche la cuccia! C'è anche un filmato che mostra Ugo all'opera, e per questo lancio un appello agli esperti Andre e Tommy per aiutarmi a metterlo sul blog! Per adesso dovete crederci sulla parola, oppure venire a trovare Picci Ugo (muniti di cibo ovviamente!).
Ciao ciao
Marty

09 maggio, 2007

In the shadows

Se prima iniziavo un diario ogni volta che mi andava di scrivere, vuoi perché non trovavo nessuno dei vecchi, vuoi perché volevo ricominciare da capo e scrivere più spesso, oggi scrivo al computer. Non per l’amore della tecnologia, più per la maggiore rapidità e minore fatica nello scrivere con la tastiera, oltre al fatto che come sempre il diario vecchio si è mimetizzato da qualche parte nel caos della mia stanza. E’ necessario scrivere per ricordare, o meglio per ricordare meglio. Ad ogni parola scritta corrisponde una sensazione che ad una nuova lettura del ricordo apparirà più nitida di quando si ricorda solo grazie alla memoria. Uno si sente sempre confuso, da quando si sveglia a quando va a dormire, e magari anche quando dorme, ma non se ne accorge e quindi in pratica si potrebbe dire che in quel momento è sereno o perlomeno senza pensieri angoscianti. Poi è chiaro che ci sono volte che i sogni sono così angoscianti da privarti anche dell’attimo di apparente liberazione dai pensieri del primissimo risveglio. Passa infatti quella frazione di secondo tra il sonno e lo sveglio in cui il cervello deve pensare a cosa pensare e la mente è libera. E’ un momento sacro che però come ho detto prima non tutte le volte si ha il privilegio di passare. Cosa c’è che non va nel pensare continuamente.. beh qualcosa che non va c’è per chi pensa troppo e troppe cose insieme, ma soprattutto chi non ha il dono di pensare alle cose più felici e si rifugia in un più comodo e angosciante perenne pessimismo. Come una malattia cronica, ci si nasce e punto, che non ti permette di pensare per troppo tempo a cose felici. Anzi se lo fai poi ti senti come attorniato da troppo ottimismo che magari è malaugurate, perciò è necessario rimediare subito con qualcosa di più serio per lo meno. Fino ad ora si è detto poco e tanto. Ma veniamo un po’ al reale, cioè cosa c’è che non va. Beh difficile a dirsi, anzi forse impossibile. Si tratta più di un qualcosa di astratto, di paure e principalmente di insicurezze. Si cerca la conferma negli altri, si usa il si invece della prima persona singolare per non esporsi troppo. Si sta nell’ombra e quando si viene fuori si è incazzati di essere stati nell’ombra. Sembrerebbe una contraddizione, ma non lo è perché è piuttosto un’imposizione quella di stare nell’ombra, perché nell’insicurezza di non piacere agli altri si vuol cercare di dimostrare che gli altri invece ne sentono il bisogno della presenza di colui che sta nell’ombra. Ma chi può accorgersi preso com’è appunto dai suoi mille pensieri che c’è qualcuno nell’ombra.. perché mai uno dovrebbe guardare nell’ombra. Ma soprattutto colui che sta nell’ombra si accorge che c’è qualcun’ altro nell’ombra accanto a lui o è troppo occupato dai suoi pensieri…
Marty

15 aprile, 2007

Smells like teen spirit

Chissà perchè guardando verso il cielo sentì odore di biscotti.
Eppure di odori ne sentiva pochi durante la giornata.
Era un odore familiare, era forse un odore inesistente.
Come quando sentendo o vedendo qualcosa subentra un ricordo e si abbandona per un attimo la realtà.
Forse quell'odore non era reale, forse un ricordo.
Ma si chiedeva di cosa, di quali biscotti.
Non esisteva forse un ricordo preciso, ma era un odore familiare e questo le dava un senso di serenità.

Marty

24 febbraio, 2007

Hurt

Hurt

Seems like it was yesterday
When I saw your face
You told me how proud you were
But I walked away
If only I knew what I know today

I would hold you in my arms
I would take the pain away
Thank you for all you've done
Forgive all your mistakes
There's nothing I wouldn't do
To hear your voice again
Sometimes I wanna call you
But I know you won't be there

I'm sorry for blaming you
For everything I just couldn't do
And I've hurt myself by hurting you

Somedays I feel broke inside
But I won't admit
Sometimes I just want to hide'cause it's you I miss
And it's so hard to say goodbye
When it comes to this

Would you tell me I was wrong?
Would you help me understand?
Are you looking down upon me?
Are you proud of who I am?
There's nothing I wouldn't do
To have just one more chance
To look into your eyes
And see you looking back

I'm sorry for blaming you
For everything I just couldn't do
And I've hurt myself

If I had just one more day
I would tell you how much that
I've missed you since you've been away
Oh, it's dangerous
It's so out of line to try to turn back time

I'm sorry for blaming you
For everything I just couldn't do
And I've hurt myself by hurting you


Ferito

Sembra come se fosse ieri
Quando ho visto il tuo viso
Mi hai detto quanto eri orgoglioso
Ma io me ne sono andata
Se solo avessi saputo quello che so oggi

Ti stringerei tra le mie braccia
Ti strapperei via il dolore
Grazie per tutto quello che hai fatto
Perdono tutti i tuoi errori
Non c'è niente che non farei
Per poter sentire di nuovo la tua voce
A volte vorrei chiamarti
Ma so che non sarai lì

Mi dispiace per averti incolpato
Di tutto ciò che semplicemente non ero capace di fare
E ho ferito me stessa ferendo te

Certi giorni mi sento distrutta dentro
Ma non lo ammetterò
A volte voglio solo nascondermi
Perché sei tu che mi manchi
Ed è così difficile dirsi addio
Quando si arriva a questo punto

Mi diresti che avevo torto?
Mi aiuteresti a capire?
Mi stai guardando dall'alto?
Sei orgoglioso di chi sono?
Non c'è niente che non farei
Per avere solo un'altra possibilità
Di guardare nei tuoi occhi
E vederti ricambiare lo sguardo

Mi dispiace per averti incolpato
di ciò che semplicemente non ero capace di fare
E ho ferito me stessa ferendo te

Se avessi solo un altro giorno
Ti direi quanto
Mi sei mancato da quando te ne sei andato
Oh, è pericoloso
È così esagerato cercare di riportare indietro il tempo

Mi dispiace di averti incolpato
di ciò che semplicemente non ero capace di fare
E ho ferito me stessa ferendo te

Ciao Marty

14 febbraio, 2007

Heart-shaped box

Non scrivo mai dell'amore, perchè è difficile farlo. Oggi però farò un'eccezione.

L'amore è un calore che non si diperde mai, che ti resta dentro, che ti scalda, che ti dà forza.. E' l'amore verso te stesso, verso chi ti è vicino, verso che hai voluto vicino. E' vita, è dolcezza, è fuoco, è aria.. E' un qualcosa di bello, di soffice, di avvolgente..
Ed amare è bello quanto essere amati.

Ti amo
Buon S. Valentino Amore.

11 gennaio, 2007

Thank you

Allora per cominciare bene l'anno mi è venuto in mente che forse non sarebbe una cattiva idea ringraziare uno a uno alcuni elementi che hanno ormai occupato un posto fisso nella mia vita e che la gente normalmente chiama amici!!

- Cominciamo dalla Vange che ormai vedo minimo due giorni a settimana per ovvi motivi ginnici! Che mi fa ridere, che mi ascolta, che mi offre tutta la sua tenerezza come fa con le persone che le mostrano affetto. Di cui mi stupisco per i suoi cambiamenti continui in senso positivo. Che cresce ogni giorno di più e che però mantiene ancora certi aspetti infantili ed è su quelli che ci troviamo sempre d'accordo!! Che è una donna e una bambina allo stesso tempo come piace essere anche a me!

- Proseguo con la signorina Lucia che vedo pochissimo, ma che mi offre sempre tanto. La buona qualità delle persone è apprezzabile anche in pochi minuti. Ho sempre visto come improbabile non litigare, perchè non mi è mai capitato di non scontrarmi con chi ha un carattere forte e determinato. Ma con Lucia non è più così. Perciò la ringrazio, perchè tra le tante persone che le stanno vicino ha conservato un posticino anche per me!! E ogni tanto capita di sentirci e qualche stupidaggine per stare al telefono mezz'ora la troviamo!!

- Poi c'è la Claudia che ringrazio, perchè mi offre un esempio di vita così diverso dal mio e una voglia incessante di indipendenza che ogni tanto un pensierino sul guadagnare un po' più di indipendanza anch'io me lo fa fare. E poi lei si arrabbia davvero pochissime volte e spesso riesce a mascherare i momenti in cui invece non sarebbe proprio dell'umore giusto per essere come sempre!! E decisamente questo dovrei imparare a farlo anch'io!!

- Un ringraziamento va anche alla Marty Mu che finalmente ha preso un'altra strada ed ha abbandonato alcune costruzioni mentali che si era autoimposta ed ha apprezzato i piaceri della vita! Questo mi ha permesso di passare delle serate nuove e con persone nuove che vanno ad arricchire un piccolo bagaglio di esperienze!!

- Un grazie particolare va a Tommaso e Andrea ai quali faccio prima un ringraziamento unico, perchè nel momento più brutto per ora della mia vita, sono stati totalmente presenti e mi hanno offerto ognuno la sua spalla su cui piangere. Singolarmente ringrazio Tommaso perchè mi dà la possibilità di parlare con lui di quello che mi pare e che mi confida (anche se adesso mi devo impegnare molto di più per ottenere quello che mi interessa!!) qualche suo pensiero!! E Andrea, perchè non avrei mai pensato di salvare qualcuno nella nostra "classe" universitaria e invece proprio lì dentro ho trovato un amico anche lui disponibile ad ascoltarmi!! E soprattutto entrambi ascoltano i vari pettegolezzi che altrimenti dovrei tenermi per me, perchè a Marco proprio non interessano!!

Ciao ciao
Marty

07 gennaio, 2007

Confusa e felice

Essenzialmente non ci sono grosse cose da dire.. insomma non ho niente da dire, perché non riesco a collegare insieme dei pensieri seguendo un filo logico. L’unica strada potrebbe essere quelli di buttarli giù a raffica.. non un vero e proprio flusso di coscienza.. solo dei pensieri ben scelti tra i tanti che si susseguono infiniti..

1. A volte mi fermo, perché sento di non avere presente dove voglio arrivare. Cioè non riesco neanche a rispondere alla domanda cosa vorrei fare nella vita.. Io in realtà non lo so .. forse perché non voglio pronunciarmi. E’ come se preferissi farmi trascinare e vedere se arrivo da qualche parte dove c’è qualcosa di importante. Ma ci sarà qualcosa d’importante alla fine della strada che scelgo per il mio futuro? Che poi io per ora ho scelto solo di ridurre il campo delle possibilità. Ho chiuso notevoli porte, perché chiaramente certi lavori li escludo a priori, ma non so dove voglio arrivare. Solo confusione e attesa. Forse è sbagliato.

2. Sono stordita dal fatto che un incidente abbia cambiato la vita di Nicco in questo modo. Le difficoltà che le persone incontrano quando non possono camminare come tutti. Non possono fare una cosa così naturale come camminare e oltre tutto non possono superare determinati ostacoli che qualcuno a messo lì pensando che non ci sono problemi tanto tutti sanno salire uno scalino. Mi correggo che qualcuno a messo lì semplicemente non pensando. Chi se ne frega se in questo progetto la rampa è al limite della pendenza, vorrà dire che farà un po’ più di fatica il portatore di handicap che ci passa.. Ma stiamo scherzando?? Non è un portatore di handicap è una persona che ha avuto una delle più grosse sfortune e che non può più fare qualcosa che tu puoi ancora fare. Non pensiamo abbastanza agli altri. Io cerco di pensarci e a volte esagero, ma se tutti pensassero, per lo meno quando si tratta del loro lavoro, a chi ne subisce i risultati peggiori forse il mondo sarebbe migliore sul serio.

3. E’ buio, ma qualcosa nel buio crea una luce. Questa luce si chiama Speranza. Si muove un dito mentre tutto tace. Come un grido che squarcia il silenzio. E la speranza prende la scena. Lacrime. Ma sono lacrime di gioia. Siamo tutti bambini. E il sole sorge con una nuova notizia. (3 gennaio 2007 – Nicco manda questo messaggio: Riesco a muovere la punta del piede destro e l’alluce del sinistro!!! Vi voglio bene. Buona notte.)

Ciao ciao Marty